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Uno scambio è un viaggio, fisico e spirituale, e, come ogni viaggio, ognuno lo vive
diversamente e dai propri punti di vista, talvolta molto diversi fra loro… e confrontandoli si
possono comprendere gli aspetti più profondi di queste settimane di
“scambio-cambiamento”; a partire dai racconti delle esperienze del gruppo Italiano
riguardanti lo scambio a Mombarcaro con tema “storytelling”.
In tema con l’argomento di quest’esperienza; racconteremo una storia, la nostra storia.
C’era una volta un paesino perso tra le colline delle Langhe, Mombarcaro; dove un uggioso
giorno di giugno arrivarono 6 ragazzi e ragazze e 2 accompagnatori.
“Ciao, mi chiamo Martina e ho 15 anni, per me questa è la seconda volta che partecipano ad
uno scambio Erasmus+. Cosa dire? Beh, un esperienza meravigliosa e piena di nuove
conoscenze e avventure; mi ritengo fortunata per avere questa grande possibilità di studiare
l’inglese e di poterlo parlare con ragazzi della mia età, di altri Paesi. Ringrazio il team italiano
di aver partecipato attivamente in questi giorni e di esserci sempre stato per ogni esigenza.”
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Questa fantastica squadra iniziò a preparare l’accoglienza di altre 32 persone, da 5 paesi
diversi, Germania, Ungheria, Slovenia, Ucraina e Georgia. La sera arrivarono quasi tutti, e fu
subito festa: si mangiava, si chiacchierava, si giocava insieme.
“Ciao, mi chiamo Nicola e ho 13 anni, ne compio 14 il primo ottobre, per me è la prima volta
che partecipo a uno scambio interculturale.Mi sono divertito molto e sono molto contento
che mi hanno chiesto di andare, e non vedo l’ora di farne un’altro, all’inizio il mio inglese era
pessimo e necessitavo di un traduttore per potermi esprimere, usavo Aron e Sofia, grazie
mille per l’aiuto, alla fine ho imparato nuove parole sia in inglese che in altre lingue, come
“borsello” in Ungherese (Hoshi-Toshi) e “andiamo” in Georgiano (Motia), oltre alle parole ho
fatto nuove amicizie e conoscenze che non vedo l’ora di rivedere, naturalmente ringrazio il
team italiano per avermi aiutato a capire e a esprimermi con altre persone di altri paesi.”
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Il giorno dopo si iniziarono le attività, con qualche barriera linguistica, che giorno dopo giorno
verrà poi superata. Ogni persona fu libera di proporre al gruppo dei laboratori a tema, e
venne tutto organizzato in una timetable, appesa in cucina.
“Io sono Sofi , per me è stata la seconda volta in uno scambio e ritornare a Mombarcaro mi
ha permesso di crescere, di notare cosa mi era sfuggito in precedenza… di sentirmi a casa
perché questo è quello che ho sentito, sicurezza. Sicuramente è un tipo di esperienza che
cambia il modo di vedere le cose e viverle in generale; ma specialmente insegna ad
accettare questi cambiamenti. A volte è difficile e doloroso lasciar andare tutti i ricordi belli o
meno della settimana passata assieme ma allo stesso tempo non voglio che si cancellino e
avranno sempre un enorme significato per me, nel libro della mia vita, del mio percorso e
della mia storia che dopo questo ultimo scambio si è arricchita con dei pezzettini di quelle
degli altri, i quali mi hanno permesso e insegnato ad ascoltarle.”
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Le regole vennero decise e discusse insieme, vennero divisi i compiti da fare in casa, i
ragazzi vennero divisi in gruppetti per conoscersi meglio.
“Sono Martina, ho 14 anni. Quest’esperienza è stata molto utile per conoscere meglio me
stessa, per mettermi in gioco, uscire dalla mia zona di comfort e superare alcune mie paure.
Inoltre ho sicuramente migliorato il modo in cui mi relaziono in un gruppo, essendo partecipe
ma anche spiritualmente e personalmente integra. È stato difficile sotto alcuni punti di vista,
con dei momenti di crisi, ma anche divertente e costruttivo. La mia fluidità nella lingua
Inglese è migliorata molto, dovendo interagire con stranieri. Mi sono trovata benissimo con il
mio gruppo nazionale, con i leader e le altre nazioni. Consiglio gli scambi internazionali a
tutti, specialmente ai ragazzi volenterosi di dare una svolta alla propria vita e a quella di altre
persone.”
Ogni mattina ci si ritrovava in un grande cerchio, con al centro una candela , da accendere
con le intenzioni per la giornata. Per tutta la mattina e il pomeriggio si imparava a raccontare
storie, specialmente la propria, di storia, a conoscere meglio se stessi e gli altri.
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“Ciao, mi chiamo Aron, ho 14 anni e questa è la prima volta che ho partecipato a uno
scambio interculturale. Questa settimana trascorsa a Mombarcaro mi ha permesso di
rinfrescare le lingue che parlo: l’Ungherese, il Tedesco e l’Inglese, che da parecchio tempo
non usavo. è stata un’esperienza interessante che mi ha permesso di conoscere nuove
persone e di uscire molto spesso dalla mia zona di comfort. Incontrare persone da paesi
differenti con storie di vita interessanti e molto spesso modi di pensare molto diversi dal
proprio, è a mio parere un’esperienza importante e speciale. Sicuramente un’esperienza da
ripetere.”
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La sera, quasi sempre, si svolgevano le “serate culturali” dedicate a una nazione: abbiamo
assaggiato cibi buonissimi, imparato danze popolari straniere, e ci siamo divertiti tantissimo.
“Ciao a tutti! Sono Lucia Matilde, ho 14 anni e questo è stato il terzo scambio a cui ho
partecipato. Mombarcaro ci aveva già ospitati in precedenza ma con la neve, il freddo e la
poca luce, questa volta invece il sole splendeva (non tutti i giorni ma quanto basta) e faceva
caldo. Ho rincontrato alcuni dei ragazzi dello scorso scambio e ho approfondito l’amicizia
con loro, parlando anche di argomenti più profondi. Ovviamente c’erano anche molte
persone che non conoscevo ancora e in questa settimana abbiamo legato, con chi più e con
chi meno, ma tutti mi hanno insegnato qualcosa.
Sono partita da casa con una valigia piena di vestiti, accessori, spazzolino e saponi, ma
sono tornata con un bagaglio di nuovi e vecchi amici, ricordi, sorrisi, pianti, conoscenze e
tanto tanto altro…
Grazie a ognuno degli italiani per esserci sempre stati, ma anche grazie a tutte le altre
persone che nonostante tutto c’erano e hanno migliorato lo scambio.”
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Come tutte le storie, c’è un inizio, uno svolgimento e una fine; così, tra abbracci, saluti, e
qualche pianto, il bus è partito, e ognuno si è diretto verso casa, con un bagaglio molto più
ricco. Ma noi non siamo sicuri che questa sia una fine… potrebbe essere un nuovo inizio?
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